Molto spesso, chi soffre di disturbi psicologici o disagi ricorrenti, si trova davanti psichiatri, neurologi, medici di base, che considerano quella persona un paziente, un malato e vengono prescritti, il più delle volte, gli psicofarmaci della “felicità” o della “tranquillità”.
Tieni conto che sono un medico chirurgo specialista e non disprezzo la farmacologia…anzi!
Ma quando noi medici abbiamo di fronte una persona che soffre di un disagio o disturbo psichiatrico, che ricerca aiuto, a volte ci viene più comodo mettere la scrivania tra noi e la persona stessa e prescrivere farmaci, o per non essere investiti interamente dal suo problema, oppure perché riteniamo che, in fondo, esistano malattie molto più gravi con le quali vale la pena soffermarsi per più tempo, o perché forse non sappiamo operare altrimenti con questo tipo di “patologie”.
Invece, l’essere dotati della capacità di ascoltare, il dare a lui o a lei un po' di comprensione e amore, condito da una certificata competenza, nell’essere in grado, tramite la psicoterapia, di creare i presupporti per un cambiamento rispetto al suo modo di stare nella vita, sarebbero gli ingredienti giusti per aiutare veramente la persona a uscire dal tunnel in cui è nascosta.